28.3.07

DE CORTO: GLI ANNI NOVANTA AD AREZZO


Arezzo, primi anni novanta. Fra i giovani la musica regna sovrana, il negozio di dischi “Vieri” lungo il corso è sempre affollatissimo mentre Arezzo Wave si fa strada e comincia a diventare una manifestazione di rilevo internazionale. In città e nei dintorni proliferano i gruppi musicali e nascono la sede aretina dell’ANAGRUMBA (associazione nazionale dei gruppi musicali di base, una branca dell’Arci) e la Casina della Musica.
Leader indiscussi del periodo due gruppi: gli Inudibili e i De Corto. I primi, alfieri di un rock italiano fortemente imparentato coi Rolling Stones, diventeranno qualche tempo dopo i Negrita e nessuno sarà più in grado di fermare la loro ascesa verso il successo. I secondi invece, più politicizzati e classificabili forse come “Combat rock”, non diventeranno mai famosi, ma lasceranno comunque un’indelebile testimonianza del loro passaggio con tantissimi live in giro nella zona e un cd, indimenticabile.
E’ il cd che ho l’onore di avere fra le mani: “Dopo la caduta dell’impero romano”. Dieci tracce piene di grinta e determinazione, con un cantante (il mitico Massimo Ferri, che adesso è uno splendido quarantenne che organizza eventi culturali) che disperatamente “cerca un modo naturale di non essere banale” (come urla in “Cerco un modo”) e racconta con rabbia e grande sensibilità della “battle of Los Angeles” (nell’opener “Fuoco a Los Angeles”), della prima guerra del golfo (in “Missione di pace”) e mille altre tematiche del suo tempo. Ad accompagnarlo una line-up stratosferica in cui, a parte il ben noto chitarrista Carlo “Balla” Ballantini, ancora attivissimo con la Ballatine Band, figurano il bassista Riccardo Mancini, il batterista Francesco Cesari e la “voce recitante” di Cecco “Sciopero” Cesari.
Non è facile reperire questo cd, ma l’ascolto è assolutamente da consigliare. Anche perché la forza maggiore sta proprio nelle parole, in quella ricerca del non-banale che in questo gruppo sapeva portare frutti notevoli. Ed ecco quindi che fra le tante frasi storiche una mi sembra davvero un evergreen intramontabile, adattabile ad ogni circostanza, una frase che dimostra come passano gli anni, restano i problemi, ma resta anche qualcuno che contro questi problemi ha voglia di lottare: “Voglio sopravvivere a questa piatta città ricordandomi che posso renderla vitale prendendola di petto per poi riuscire da solo a cavarmela inseguendo l’istinto consapevole…”

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20.3.07

DODI'S BAND: POTENZA, SUDORE, LACRIME E....LIMITI

Non c'è che dire: Dodi è un grande musicista, probabilmente il più grande, almeno per quanto riguarda la generazione più recente di musicisti cortonesi. Tira fuori note decenti da qualsiasi oggetto gli passi fra le mani (non solo la batteria o la chitarra!) e ci sa fare, eccome se ci sa fare!!! Ne abbiamo avuto riprova nel suo show di domenica sera al Lions': pienone, pubblico in delirio e lui a snocciolare una dietro l'altra, con grintosissimo approccio da punk dei tempi d'oro, una sfilza di cover quanto mai possenti e travolgenti. Un'orgia di sano egocentrismo, humour made in Chiana, musica suonata con cuore, passione e potenza, tanta, tanta davvero.
La Dodi's band, ovvero il Dodi accompagnato da due bravissime quanto impalpabili spalle, è qualcosa di molto interessante e significativo e non va per nulla snobbato. C'è classe, c'è stile, c'è sincerità in quello che viene proposto. Il limite però c'è, ed è quello di aver portato all'esasperazione, con risultati comunque eccellenti, il concetto di musica secondo i Dobra degli ultimi tempi prima dello scioglimento: ovvero fisicità, istinto, ironia e cover realizzate sapientemente per strizzare l'occhio al pubblico meno "colto".
Ma il Dodi è fatto così: dopo dodici anni di musica ha voglia di prendersi i suoi applausi, quelli strameritati che non ha avuto forse in altre fasi della carriera, quando era probabilmente un musicista meno completo e quadrato, ma aveva ancora il coraggio di dire la propria, scrivendo roba propria. Non ho nulla da rimproverargli, davvero, e anzi gli faccio i più sinceri complimenti.
Unico appunto e unico limite quello che ho appena detto: la Dodi's band ci piace e ci diverte, ci commuove pure (per esempio quando il suo leader ha dedicato "What a wonderful world", facendo piangere anche noi), ma non scrive pezzi propri e ciò ne blocca lo sviluppo rendendola, in prospettiva futura, poco più che la versione "da ricchi" della ben nota Ballantine's band.
Ben vengano comunque serate di questo tipo, col Lions' strapieno e tutti i musicanti e non musicanti locali riuniti, giunti nel locale sulla spinta del grande e irrefrenabile amore per la musica.
Musica che a Cortona, fortunatamente, è viva e vegeta e ha nel Dodi, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, l'alfiere più rappresentativo

15.3.07

NUOVO CHITARRISTA PER I TRADERS...ASPETTANDO UNA VOCE

Dallo spazio My Space dei Traders questa novità:
"Per chi si stesse chiedendo che fine abbiamo fatto o si stesse interrogando sul nostro attuale stato di vita, informiamo tutti che la nostra attività sta proseguendo a piccoli passi verso un ritorno alla normalità, seppur siamo consapevoli che ci vorrà ancora del tempo prima di tornare ad esibirci in concerto. Sono infatti passati quattro mesi dalla nostra ultima apparizione e da quel giorno abbiamo concentrato i nostri sforzi nella ricerca di una nuova voce per i Fear Traders. Ad oggi questa ricerca non ha ancora portato a risultati concreti, ma siamo fiduciosi per il futuro e continueremo a provare, come abbiamo fatto fin'adesso, chi si vorrà proporre per prendere quel posto vacante dietro al nostro microfono. Nel frattempo possiamo già darvi l'annuncio in via ufficiale dell'entrata di un nuovo chitarrista in formazione. Si tratta di Michele Brozzi, giovane e talentuoso axeman di Città di Castello (Pg), già militante nella cover band degli Hellraiser. Con Michele s'è creato fin da subito un ottimo feeling e siamo sicuri che con il suo innesto e grazie al suo talento il nostro potenziale sarà accresciuto ancora di più. Non ci resta che trovare una voce (...roba facile, no?). Le ricerche continuano..."

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14.3.07

IMPERATIVO CATEGORICO: ESSERCI

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11.3.07

ARRIVA IL ROCK....E UN PO' DI VITA

Un festival di musica a rock a Camucia quest’estate. E’ la notizia del momento e ovviamente ci rende felici visto che proprio su queste pagine, all’indomani della dipartita di Arezzo Wave, la proposta era stata lanciata. Chiedevamo qualcosa che potesse colmare almeno in parte quel vuoto, che potesse attrarre pubblico da fuori, ma anche e soprattutto offrire qualche serata di divertimento ai residenti, giovani e meno giovani, garantendo un buon livello musicale e una valida offerta per quanto riguarda la dimensione culturale.
Da quello spunto è partita l’iniziativa della Non è Chiaro Prodigi (associazione a noi molto vicina, basta vedere il banner in alto a sinistra sul Pollo) che ha lanciato l’idea al Comune, avvalendosi anche della consulenza tecnica ed organizzativa dell’importante rivista musicale Blow up, un mensile diffuso su scala nazionale che ha sede proprio nel nostro comune ed è diretto da un cortonese.
La proposta è stata raccolta immediatamente dagli amministratori e adesso, stanziati i fondi, si entra direttamente nella fase organizzativa. Ancora da delineare con precisione il volto del Festival, da decidere in quale piazza sarà svolto, quanti giorni durerà e quale tipologia di artisti ospiterà, ma senza dubbio la scelta di Camucia come luogo dell’evento rappresenta una scelta condivisibile. Camucia conta infatti ottomila abitanti, ma soffre l’assenza pressoché completa di eventi che possano aggregare e renderla viva. Discorso valido per tutte le classi di età degli abitanti. Sia i giovani, che non hanno posti dove andare ed eventi in zona a cui poter assistere, sia gli altri, che riempiono le feste dell’Unità e gli altri festival di paese, ma in alternativa a questi non hanno altro. Quest’iniziativa, che nei prossimi anni potrebbe anche crescere ed affermarsi, da un apporto importante a chi vorrebbe ridare vita alla frazione più popolosa del nostro comune.
A Camucia inoltre ci sono gli spazi per rendere questo evento più che tollerabile per una realtà come la nostra. Inutile dire che ci sarebbe piaciuto almeno un concerto anche in Piazza Signorelli a Cortona, ma per ora ci accontentiamo.
E’ inoltre positivo constatare anche che, almeno per una volta, un’idea partita della società civile è stata recepita attivamente dalla politica. Speriamo che il modello organizzativo di questo festival (idea di un gruppo di persone, assistita ed appoggiata dalla Pubblica Amministrazione che ne condivide le finalità) diventi sempre più una prassi consolidata e inoltre nell’organizzazione stessa del Festival ci sia spazio per l’apporto di più gente e gruppi sociali possibili

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4.3.07

UNA SFILZA DI GRANDI NEWS!!!

Finalmente abbiamo qualche bella news da darvi, ma siccome sono tante andiamo per ordine:
a) la Dodi's band piazzerà un grintosissimo secondo live, al quale ovviamente è obbligatorio esserci (e la frase vale anche per me, che l'altra volta ho dato la sòla). Sarà il 18 Marzo sempre al Lions' well, con inizio alle ore 23
b) Probabilmente il fatto che Cesare Rascel (senza saperlo) abbia usato il loro nome ha dato la sveglia ai FAS che hanno deciso di porre fine alla pausa riflessiva iniziata l'estate scorsa. Da gruppo quasi sciolto stanno quindi ridiventando un gruppo vivo e vegeto, anche se è certo l'abbandono del chitarrista Ugacci. Al suo posto si fanno parecchi nomi, ma pare che il gruppo abbia fatto il propostone nientemeno che al glorioso Riga dei Fear Traders, il quale pare abbia preso un po' di tempo prima di decidere. Ottimo davvero, anche se dannazione una volta ogni tanto cari FAS potreste anche provare a chiamare me!!
c) La ripartenza dei FAS non danneggerà affatto la Gallinels' band (la chiamo così anche se pare che il nome vero sia "I sette passi", la cui etimologia la so, ma non posso rivelarla per non danneggiare l'immagine pubblica del Chris Cornell de noantri). Ugacci infatti, lasciando i FAS, si dedicherà a tempo pieno a questo progetto che, come si sa, è in attesa di ripartire appena il bassista Matteo tornerà dalla trasferta maltese. Intanto voci di corridoio ci segnalano che è nato un nuovo pezzo potentissimo in stile "No easy way out" che recita: "il destino mosse in fretta le pedine per lo scontro, non si preoccupò poi tanto, del dolore del distacco". Parole di gran prestigio dedicate, pare, proprio al bassista.
d) Sul quarto punto servirebbe un intervento diretto del Toppo, reduce da una divertente esperienza con una band di metalloni di Monte San Savino. Un esperimento finito presto visto che il Toppo, alle prese con brani non nel suo stile come Burn dei Deep Purple e Battle Hymn dei Manowar, ha preferito rinunciare. Però si dice che il vocalst, l'immenso metallone camuciese Tarquins, abbia stoffa da vendere. E non è poco!!!

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